“Provare e riuscire a dar spazio, rendere giustizia ad un lavoro cosi’ articolato e minuziosamente concepito, e’ cosa buona, e’ cosa giusta. Con il vago sentore chirurgico, di come un Progetto con una cosi’ ben spiccata identita’ artistica, possa defluire indifferentemente nel Vs. cacatoio uditivo e quotidiano, essendo percio’ condannato ad un tanto veloce quanto ingiusto oblio, provero’ a delinearVi sempre con la Vs. decollaborativa soglia di attenzione pari od inferiore all’indifferenza qualunquistica con la quale in una percentuale compresa tra il 45 ed il 60% di voi riesce senza farsene problemi di ogni sorta ad esprimere un giudizio o quanto meno una miserevole opinione omni-comprensiva inconsistente parte della sempre e per sempre Vs. ignoranza […] Atteggiamento, quest’ultimo che ha assassinato a mani e voci basse, cio’ che ha fatto bruciare di Luce il vero Underground, le vere idee, la vera passione, la diversita’; come valore e non come discriminazione, il punk come alternativa e contro-cultura di contenuto e non contenitiva, non come posing alternativo, bensi’ come la cultura dello scambio e lo scambio della cultura.”
Fonte – Punk4free
Nel secondo capitolo Halibut Ambientale viene descritta la degenerazione ambientale che consegue allo svilupparsi di una società malata che influenzerà inevitabilmente la psiche dell’uomo
Suono e immagine sono quindi stati intesi come due elementi che prendono forma insieme, determinandosi reciprocamente fino a diventare una cosa sola.
Un’altra particolarità riguarda la totale assenza di parti cantate, sostituite da una voce narrante talvolta presa da spezzoni di vecchi film o documentari, talvolta registrata ad hoc dall’attore di teatro Maio Libero Domenico.
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